Intervista a Leonilda e Anna – PROGETTO ASANA

LEONILDA

Il progetto Asana nasce da un’esperienza di pratica personale. Io lavoro con il corpo e attraverso il corpo perchè insegno yoga; quindi, volevo mettere in forma grafica l’esperienza corporea nella pratica. Cercavo qualcuno che potesse dare forma a quello che avevo in mente perchè la parte artistica mi è totalmente estranea e sconosciuta. Ho conosciuto Anna (la fotografa) perchè è stata una mia allieva: ho visto i suoi lavori e le ho proposto questa collaborazione. La collaborazione consisteva in: mettere in immagine quello che io avevo in testa. Quindi abbiamo iniziato il lavoro impostando questa idea di un trittico di immagini che raffigurasse l’ingresso nella posizione, la posizione e il luogo dove la posizione viene fatta, vuoto, senza la presenza del corpo. Questi tre elementi sono gli elementi che per me definiscono la posizione, cioè l’asana nello yoga.

Asana è una parola che deriva da una radice sanscrita e il significato è sia “stare seduti” sia “luogo in cui ti siedi”. Storicamente questo è il significato, perchè nello yoga la pratica dello stare seduti a terra con le gambe incrociate è la posizione nella quale si praticano gli esercizi respiratori e le pratiche di meditazione, che sono il cuore della pratica dello yoga. Per estensione, questa parola è finita per descrivere ogni posizione che viene fatta nella pratica dello yoga.

È difficile sintetizzare e spiegare come sia concepito il corpo nello yoga, dal momento che non esista un univoco concetto di yoga. Noi siamo abituati al pensare allo yoga come una cosa unica, con una tradizione coerente a sé stessa. Tuttavia, lo yoga praticato in Occidente è completamente diverso da quello praticato in India anche perchè si colloca in visioni del mondo diverse. Se dovessi descrivere e dire per tutte queste tradizioni cosa è il corpo, esso è il luogo in cui questo processo avviene e molto spesso è anche lo strumento attraverso il quale il processo che definisce lo yoga avviene.

Passando alle domande personali, io sono originaria del Friuli; ho studiato filosofia all’università e proprio in questi anni ho incontrato la pratica dello yoga. Con il mio primo insegnante ho iniziato a praticare e poi da lì è nato sia l’interesse per l’insegnamento sia per la pratica stessa. Dopo l’università ho frequentato la scuola di formazione della federazione italiana yoga e lì ho conosciuto il metodo pedagogico che io insegno tuttora. Finita l’università, ho iniziato a cercare se ci fosse qualche insegnante vicino a me che potesse iniziarmi a questo tipo di pedagogia e ho iniziato il percorso di formazione di 7 anni con il mio attuale insegnante di yoga di origine belga. Poi, oltre alla pedagogia, ho iniziato a interessarmi alla filosofia, scoprendo un mondo. Tutto quello che riguarda lo yoga ha origini molto confuse, nel senso che il lavoro storico-accademico è molto recente. I materiali di cui disponevo quando ho iniziato, 27 anni fa, sono molto diversi da quelli attuali. Io ho cominciato a interessarmi quindi all’approccio accademico verso questa disciplina e di recente l’ho concluso. Successivamente, mi sono interessata anche alla parte anatomica dello yoga, anche se lo yoga non è una terapia o una fisioterapia.

Nella vita, al momento mi dedico solo all’insegnamento dello yoga, dopo essermi dedicata per parecchi anni all’ambito erboristico.

Il progetto aveva l’obiettivo di concretizzare le emozioni provate durante lo yoga; con Anna è stato molto interessante perchè l’approccio che hai nell’ascolto corporeo lo puoi poi ammirare nella foto. Anna è molto abile e paziente nel lavorare e nel catturare il momento perfetto. Per me, la cosa più interessante è stato guardare le foto da fuori. Gli obiettivi che avevo allora sono stati raggiunti e spero di realizzare e concretizzare altri progetti in futuro con Anna.

ANNA

Leonilda era la mia insegnante di yoga e non ci conoscevamo ancora bene. Dopo la prima lezione ci siamo fermate a parlare dell’inizio del mio percorso e della sua idea che mi è piaciuta, così quasi per caso è nata la nostra collaborazione. Ho accettato subito l’incarico perché mi rende felice mettere a disposizione la fotografia per esprimere e dare forma ai diversi pensieri, dato che non è sempre facile riuscire ad esprimersi a parole. La fotografia è il mezzo perfetto per esprimere quelli che sono i pensieri più profondi dell’artista. Sono sempre a favore delle persone che cercano di rendere concrete le proprie idee ma non sanno come farlo. Mi sento arricchita da quella che è la collaborazione con gli altri artisti e lo scambio di idee che si crea.

Finché tramite la fotografia non riesco a catturare quello che vedo non mi fermo.

Avevamo discusso un po’ sulle pose che Leonilda voleva fare e in quale luogo volesse farle.

Ci abbiamo messo un paio di mesi a realizzare il progetto perché non è stato sempre facile trovarsi. Abbiamo iniziato in primavera per poi concludere il progetto in autunno. Ci siamo dovute fermare a causa del Covid.

La mia passione per la fotografia è nata quando ero ancora in Russia e le mie amiche mi chiedevano di far loro delle foto perché mi ritenevano particolarmente brava. Mi sono sempre piaciute le foto, mi ricordo che quando ero piccola mi piaceva ritagliare le immagini dalle riviste e conservarle in una scatola. Ho sempre lavorato in ambito pubblicitario ma non avrei mai pensato di diventare una fotografa. La scelta di studiare fotografia è stata istintiva. Adesso sono in Italia da 7 anni.

Dopo la nascita di mio figlio ho fatto due corsi di fotografia uno base e uno di ritratti. Arrivando dalla Russia pensavo di poter svolgere solo altri tipi di lavori e invece ho avuto la fortuna di lavorare sul ritratto. E da lì è iniziato il mio percorso e ho fatto numerose esperienze interessanti. Dopo Natale c’è stato un periodo di pausa dovuto alla scarsa richiesta dato il periodo difficile.

La cosa che mi spinge a fare questo lavoro è l’idea che la fotografia risolva i problemi personali, io la chiamo foto-catarsi.

È da 5 anni che faccio la fotografa per professione. Questo è un lavoro che apre molte porte ma ovviamente richiede organizzazione.

Per quanto riguarda i progetti futuri abbiamo parlato tante volte ma siamo entrambe molto impegnate. Mi piacerebbe realizzare un’altra collaborazione con lei perché per me rappresenta un’artista completa, piena di idee, oltre ad aver creato con lei un ottimo legame.